Oggi parliamo con Sara Panzavolta, Responsabile del Servizio di Sicurezza e Prevenzione, dei processi di sicurezza in CEPI e delle innovazioni messe in atto nell’ultimo periodo.

Cosa puoi dirmi del quadro attuale in CEPI a livello di sicurezza?

È il coronamento di un percorso di più di vent’anni voluto da tutta l’azienda. Siamo partiti da una gestione della sicurezza che impiegava solo alcuni minuti al giorno, ed era portata avanti da una sola figura interna col supporto di un consulente esterno. C’è ovviamente da aggiungere che la forza lavoro a quell’epoca consisteva di solo una ventina di dipendenti.

Oggi invece la struttura è complessa, con un investimento di ore lavoro molto più vasto. Il team sicurezza si compone di tre figure cardine (Davide Saputo, RSPP dal 2000 e ora HSE, io come attuale RSPP e Michele Rinaldi nel ruolo di ASPP) e venti preposti compresi i trasfertisti, che insieme vigilano sui processi relativi a 150 dipendenti. La mia giornata lavorativa, in particolar modo, è prevalentemente dedicata alla sicurezza.

Cosa significa per CEPI avere questo tipo di struttura?

La rende una realtà fortemente tutelativa nei tre ambiti HSE (Health, Safety and Environment, ovvero Salute, Sicurezza e Ambiente). Quotidianamente, impegniamo forze su questi tre assi, non solo per il rispetto dei termini di legge ma soprattutto per attuare miglioramenti e innovazioni.

La funzione di controllo, in particolar modo, è molto sviluppata. Tendenzialmente, il lavoro del team sicurezza si articola in cinque momenti applicati a tutti gli aspetti che riguardano sicurezza, salute e ambiente.

  1. Analisi
  2. Verifica
  3. Valutazione del rischio
  4. Azioni correttive
  5. Miglioramento

La politica in CEPI è far crescere le persone, e si percepisce chiaramente che la tutela dei lavoratori è un valore fondamentale. L’investimento nelle procedure di sicurezza e formazione è notevole, e le tematiche correlate vengono sempre affrontate in modo costruttivo e collaborativo.

Il distributore automatico dei DPI in CEPI

Quali sono alcuni esempi delle innovazioni che avete attuato?

Fra gli ultimi passi che abbiamo compiuto nell’ottica della tutela della salute psicofisica sicuramente sono stati ben accolti lo sportello di ascolto e l’attività sportiva di gruppo.

Nel contesto manuale-materiale, ci tengo a citare l’acquisizione di macchinari nuovi che riducono in modo significativo i rischi correlati a certe operazioni, come la nuova piegatrice e l’avvolgitore semovente che imballa in automatico i bancali. Si tratta di investimenti importanti che penso diano la misura di quanto peso diamo a salute e sicurezza dei lavoratori.

Il distributore automatico dei DPI è un altro risultato di cui vado fiera, così come i video sulla sicurezza erogati sui monitor dei distributori di bevande.

Penso che la decisione di ampliare il ruolo di RSPP sia stata molto importante in questo senso. Quando sono arrivata in CEPI nel 2019, avevo molte idee ma inizialmente ricoprivo una posizione di supporto. Dall’anno scorso sono RSPP (ovvero Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) a tempo pieno, e lo spazio che mi è stato concesso ha reso possibili gli sviluppi di cui ho parlato. Ho potuto concentrare le mie energie su formazione e soprattutto organizzazione, il segreto per uno strumento efficace.

Io stessa sento di essere molto cresciuta, e in particolar modo sono soddisfatta di aver finalizzato progetti. Di certo la fase di ricerca e raccolta del feedback sono fondamentali, così come lo è la capacità di avere idee, ma la concretizzazione di tutti questi elementi è cruciale, ed il modo per farlo è attivare una figura preposta con il tempo, l‘autonomia decisionale e il supporto necessari.

Che legame c’è fra formazione e sicurezza?

Per lavorare in modo sicuro e rispettoso delle normative è necessario un costante lavoro di sensibilizzazione. Il fondamento della sicurezza è una consapevolezza profonda, che non si limita all’erogazione di conoscenze ma si raggiunge tramite l’instaurazione di un dialogo autentico sull’argomento, che sollecita partecipazione e feedback. Per esempio, mi interessa sempre sapere il parere dei partecipanti sui corsi: come sono le aule, se i docenti sono professionali e preparati, se i contenuti sono dinamici e interessanti in una situazione coinvolgente.

Cosa puoi dirci della formazione accrescitiva da un punto di vista professionale?

I due piani di formazione sulla sicurezza e aggiornamento professionale vanno in parallelo. Dall’anno scorso abbiamo iniziato a fare qualche formazione extra attingendo a Fondimpresa, selezionando alcuni corsi strategici per aumentare le competenze dei reparti amministrativo, tecnico, qualità ed elettrico. Spero negli anni di riuscire a implementarne sempre di più, spaziando da competenze universali come le lingue a quelle specializzanti mirate a precisi ruoli.

Credo che un ambiente acculturato sia un ambiente che tende a preservarsi. L’accrescimento delle conoscenze accresce anche la voglia di partecipare e mettere in atto quello che si è appreso: il proprio lavoro è vissuto come più valorizzato ed è praticato non solo per automatismo, ma con concetto.

A marzo si è tenuto a Rimini un forum sui processi HSE organizzato da Richmond, al quale hai partecipato insieme a Davide.

Sì, è stato molto interessante. Si tratta di un evento annuale al quale partecipano esperti del settore e fornitori del mondo HSE. Ha compreso molte tavole rotonde, seminari e momenti di scambio sui percorsi di sicurezza entro i vari contesti aziendali, dove ci siamo confrontati su come si sono gestite le varie componenti e dai quali sono emerse per tutti nuove idee come su come migliorare. Ci è piaciuto molto partecipare come team piuttosto che unità singola.

Inoltre ci sono stati molti incontri coi fornitori (di dpi, sistemi software e via dicendo) e consulenti su specifici rischi o ingegneri che ci hanno parlato della direttiva macchine. Ci hanno raccontato il loro prodotto e noi abbiamo presentato il nostro caso specifico, in modo da capire la soluzione più adatta.

Sara Panzavolta (RSPP) e Davide Saputo (HSE) al Richmond HSE Forum, Marzo 2023

Il tuo momento preferito?

È difficile sceglierne solo una, ma se proprio devo allora mi è rimasta molto impressa quella condotta da una mental coach che ci ha parlato di mindfulness nel contesto lavorativo. So che a Davide è piaciuta molto la parte sul team building e su come coinvolgere e valorizzare le persone che si hanno intorno, attraverso anche strumenti come il concetto giapponese dell’ikigai, che si riferisce all’avere uno scopo nella vita e a ciò che la rende degna di essere vissuta.

Avete solo trasmesso o anche imparato?

Entrambi. Fra le varie cose, per me e Davide è stata l’occasione per condividere le iniziative rispetto alla salute mentale, che pensiamo stiano funzionando molto bene in CEPI. Rappresentanti anche di aziende molto più strutturate della nostra si sono stupiti della ricchezza del nostro programma. Allo stesso tempo, sicuramente abbiamo ricevuto molti stimoli interessanti su come perfezionare le nostre procedure, per esempio per quel che riguarda la parte delle valutazioni.

Su cosa pensate sia importante concentrarsi nel prossimo futuro?

Penso sia importante integrare sempre di più con sistemi digitali. È un processo già avviato che però deve svilupparsi fino a comprendere l’intera gestione della sicurezza, inglobando anche registri, scadenziari, formazione e manutenzione. Vorrei anche aumentare l’erogazione di formazione online, per esempio attraverso video in pillole, e implementare ulteriori percorsi di aggiornamento professionale.